GIANNI DE TORA |
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1991 Musèe de Saint Paul de Vence, Francia 28 marzo 16 aprile |
"OUVERTURE" |
ARTICOLO DI GINO GRASSI SUL ROMA DEL 7 MAGGIO 1991 |
…..Il segno sull'immagine Grande successo a Saint Paul de Vence per il noto artista napoletano Gianni De Tora, cui è stata dedicata una grande mostra pubblica dal Comune della bella cittadina della Costa Azzurra, che fu la località privilegiata da Picasso e da altri grandi maestri europei contemporanei. Il pittore napoletano, presentato sul Catalogo da Pierre Restany, ha presentato le sue ultime ricerche neocostruttivistiche, in cui i segni visuali sono ripartiti in uno spazio privilegiato e rappresentano una manifestazione di grande tensione emotiva. L'emozione è l'elemento fondamentale di una vera forma di "drammaturgia". Il critico franco-italiano accenna ad una "vitalità esplosiva" di De Tora, "autore-attore e poeta-pittore di un teatro delle emozioni". |
ARTICOLO DI MARIO FORGIONE SU NAPOLI OGGI DEL 16.5.1991 |
Arte e artisti-De Tora: Ecco la mia ouverture Che c'è dopo 1'«Ouverture»? Domanda provocatoria, alla quale Gianni De Tora oppone il silenzio-rifiuto. Sta lavorando immerso nel verde di Capodimonte. La sua ultima mostra, al Museo municipale di Saint Paul si è appena chiusa. I consensi hanno accompagnato i tempi dell'esposizione, trovando una naturale cassa di risonanza nei mass media francesi e italiani. E a Napoli? «No comment», risponde e sorride. L'occasione per una polemica sui silenzi della stampa locale annega in quel sorriso che la dice lunga sul carattere di un artista schivo, scontroso, poco propenso alle autopromozioni e, ancor meno, alle autoproclamazioni. Al Museo di Saint Paul le sue opere hanno lasciato il segno: venti grandi scenari nei quali il colore e lo spazio dipinto si ergono a protagonisti. «L'emozione è per eccellenza l'elemento fondamentale di ogni tipo di drammaturgia», scrive Pierre Restany, e aggiunge: «Le opere di Gianni De Tora sono l' illustrazione diretta del percorso emotivo dell'autore». L'universo di questo artista ancora giovane (è nato a Caserta, ricordiamolo, nel 1941) che rifiuta le consacrazioni in nome della libertà delle scelte tematiche, di cui è geloso custode, sta vivendo una complessa fase evolutiva. Dice bene Restany, definendolo «di natura scenografica e teatrale». Un universo che non si affida alla stabilità e alla coerenza ma «introduce» alla grande rappresentazione delle emozioni. Ecco il titolo: «Ouverture», della mostra al Museo di Saint Paul. Un titolo che vuole anche essere un viatico. «M'è venuto in testa alla fine della guerra nel Golfo e somiglia, in fondo, all'altro titolo:" ... E così nasce il dialogo ... ", che scelsi nel 1984 per la mostra negli antichi arsenali di Amalfi. Il riferimento alla mostra amalfitana suggerisce il lungo viaggio creativo di Gianni De Tora, iniziato con un primo soggiorno parigino, alla fine degli anni '60, concluso con «I contrasti» esposti alla Biennale d'Arte italiana; e un successivo soggiorno londinese sintetizzato dalla partecipazione in gruppo alla «University of London Union». Seguono mostre a Bologna, Dusseldorf, Basilea e, nel 1974, alla X Quadriennale di Roma. Nel 1976 partecipa alla fondazione del gruppo «Geometria e Ricerca». È un momento importante, una scelta fondamentale che lo spinge a lasciare per strada le scorie dell'accademia e del figurativo, conservando tracce di un informale che recupera nel segno geometrico. Ci sono altre mostre: alla Kunsthalle di Vienna, alla XVI Biennale di San Paolo del Brasile, a Vancouver. E a Napoli? Compare, raramente, nelle mostre promosse da «A come Arte». C'è qualche precedente, anche rilevante, ma ormai storicizzato. Mentre sue opere vengono richieste ed esposte in musei che contano (a Barcellona, Stoccolma, Budapest) e in prestigiose collezioni private (anche napoletane); la sua città d'elezione tace. Perchè? Altro sorriso, altro rifiuto. Che c'è, dopo 1'”Ouverture”? |
ARTICOLO DI G. RASO’ SUL NICE MATIN DEL 4 APRILE 1991 |
ERUZIONE DI SEGNI Al Museo Municipale, il pittore napoletano Gianni De Tora rivisita il Vesuvio (Fiammeggiante!!!).Fino al 18 aprile gli amanti della pittura moderna potranno ammirare, al Museo Municipale di Saint Paul, le opere di Gianni De Tora, pittore napoletano che è stato uno dei fondatori del gruppo “Geometria e Ricerca”.A tale riguardo, l’opera di Gianni De Tora è veramente una ricerca pittorica costante. Recentemente, ha ideato una nuova tecnica da lui stesso realizzata di supporti per mezzo di carta, di lana e di tela, avendo eliminato qualsiasi struttura e telaio. La ragione è semplice: per l’artista la creatività non può essere circoscritta entro dei limiti, essa deve essere generatrice di un nuovo dialogo. La ricerca d’”apertura”. Se egli ha intitolato la sua esposizione “Apertura” questo non è un azzardo. In effetti questa apertura scaturisce , da una parte, dal mutamento perpetuo della sua arte ma anche dalla fusione interdisciplinare. Perché, per De Tora – come d’altra parte per gran parte degli intellettuali italiani contemporanei di cui fanno parte Piero Camporesi o Umberto Eco- non c’è alcuna barriera tra i generi. Egli recepisce favorevolmente filosofia, pittura e la filologia perché si trovano nei suoi quadri dei segni alchemici, cabalistici e nello stesso tempo malinconici. Così che egli afferma: “E’ necessario estrarre segni che appartengono ad una certa forma di linguaggio per includerli in un altro contesto. Si creano così delle “aperture”, addirittura un altro dialogo”. Allo stesso modo, egli recupera dei simboli negativi per renderli positivi. Questo è il caso del suo dipinto del Vesuvio che egli non ha scelto di dipingere nel modo dei napoletani che l’hanno sempre rappresentato in eruzione. Al contrario per Gianni De Tora, il vulcano non è mai responsabile di danno o catastrofi. Ed egli precisa :” tutto il versante tirrenico è condizionato dai capricci del vulcano. Esso ha influenzato il nostro comportamento e forgiato la nostra mentalità, di conseguenza esso è parte integrante della nostra vita”. Il colore è generalmente molto vivo e anche “consente di aprire il dialogo” ed egli cita a tale proposito il filosofo francese Baudrillard : “ se voi volete ottenere un rosso più rosso di quello reale questo deve essere fosforescente”.Un’esposizione da scoprire. Affrettatevi……… |
TESTO DI PIERRE RESTANY SULLA CARTOLINA-INVITO E SUL MANIFESTO DELLA MOSTRA |
PITTURA.TEATRO DELLE EMOZIONI L'universo di Gianni De Tora è di natura scenografica e teatrale, questo significa che i protagonisti dei suoi quadri-teatri sono il colore e lo spazio generato dalla pittura. Le strutture similari a quelle architettoniche che rappresentano il confine delle sua tele creano uno spazio che genera una comunicazione visiva. I segni visuali che sono ripartiti in questo spazio privilegiato non rappresentano nient'altro che delle manifestazioni di grande tensione emotiva. L'emozione è significativamente l'elemento fondamentale di ogni drammaturgia. Le opere di Gianni De Tora sono l'illustrazione diretta del fluire emotivo dell' artista. Questa pittura dai colori decisi, dalla vitalità esplosiva, è anche un segno di grande purezza e sensibilità. Il teatro delle emozioni di Gianni De Tora attore-autore, poeta-pittore. Ho già sottolineato nel passato la predestinazione racchiusa nel nome che porta Gianni De Tora: Tora è la " Thora" senza la h , il luogo in cui si svela l'illuminazione, la rivelazione. Ogni cosa, come ciascun quadro di Gianni De Tora, rappresenta un piccolo miracolo che si offre alla vista e all'emozione. Così la pittura può ancora oggi offrirci qualche raro istante di felicità sentimentale e intellettuale. |
cartolina invito con testo di Restany |
Manifesto della mostra |
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